Plastic Tax e Sugar Tax: cosa cambierà nelle vending machine?

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Nell’ambito dei prodotti di plastica monouso l’Italia è il primo produttore in Europa, ma questa situazione potrebbe subire un duro colpo.

Non tanto per la nuova normativa europea, che stabilisce che piatti, posate, cannucce, aste per palloncini e bastoncini cotonati saranno vietati entro il 2021, ma per la serie infinita di norme emanate dagli enti locali che rischiano di danneggiare il vending.

Anche la plastic tax inserita nella manovra di bilancio apre uno scenario desolante: non solo è inutile per l’ambiente in quanto non promuove le attività di riciclaggio e di recupero, ma è anche dannosa per le aziende, perché aumenta i prezzi dei prodotti.

Come si potrebbe migliorare l’utilizzo degli articoli in plastica monouso evitando questa tipologia di tassazione?

La campagna Plastic Free italiana

In ufficio, nei negozi, nei locali pubblici, nelle stazioni e persino per le vie della città sono sempre più numerosi i distributori automatici di caffè, snack e bevande.

Il prodotto più acquistato è il caffè, con un totale di 2,8 miliardi di tazzine erogate ogni anno. Sarebbe fondamentale diminuire l’impiego di stoviglie di plastica monouso, di cui noi italiani siamo i primi consumatori in Europa.

Per combattere la presenza massiccia di rifiuti di plastica nei mari, il Parlamento Europeo ha approvato una nuova legge che mette al bando gli articoli in plastica monouso.

In Italia molte amministrazioni pubbliche stanno anticipando gli effetti della Direttiva con una serie di ordinanze e normative locali che vanno sotto il nome di “Plastic Free”.

Queste ordinanze, oltre ad essere divergenti tra loro, sono in palese contrasto con la direttiva e rischiano di danneggiare un settore florido dell’industria italiana.

Sono molti i punti in cui la campagna Plastic Free, avvallata dal Ministero dell’Ambiente, disattende la Direttiva Europea.

In primo luogo, include nel divieto le bottiglie di plastica che invece, secondo la direttiva, non sono oggetto di bando ma solo di ambiziosi obiettivi di riciclo: entro il 2025 dovrà essere riciclato almeno il 77% delle bottiglie in PET.

Un’altra incongruenza riguarda i bicchieri di plastica che il plastic free italiano include tra i prodotti monouso in plastica da abolire, mentre l’Ue chiede semplicemente di ridurre.

A ciò si aggiunge che, mentre le restrizioni al monouso plastico della direttiva europea si applicano a tutti i canali di distribuzione (supermercati, bar, negozi, mense, ristoranti, ecc.), il progetto Plastic Free interviene solo per quanto riguarda le vending machine all’interno degli uffici.

Nuove tasse: la plastic tax

La bozza della manovra finanziaria 2019 contiene la Plastic Tax, una tassa su alcuni prodotti di plastica che dovrebbe entrare in vigore dal 2020.

Nello specifico, la Plastic Tax prevede un’aliquota di 1 euro al kg sulla plastica contenuta nei MACSI, ovvero i manufatti di plastica con singolo impiego destinati al contenimento, alla protezione, alla manipolazione o alla consegna di merci o di prodotti alimentari.

Il settore del vending protesta contro quella che considera una stangata che rischia di scaricarsi sul consumatore finale. Basta considerare che ogni chilo di imballaggio di plastica che acquistiamo costa in media 1,2 € al kg, incluso il contributo Conai che le imprese pagano per la raccolta e il riciclo.

Questo costo con la nuova tassa aumenterà di 1 €, andando ad incidere significativamente sul costo all’ingrosso e al dettaglio dei più comuni beni confezionati. Va inoltre sottolineato che, a differenza dalla Direttiva Europea, la nuova imposta non esclude la plastica.

La plastic tax risparmia solo le plastiche compostabili che, però, non vengono ancora prodotte in quantità sufficiente e non sono indicate per tutti gli usi, come, ad esempio, per le bevande calde.

Gli Stati Generali del Vending

Nel corso degli Stati Generali del Vending, tenutisi il 27 novembre presso la sede di Confcommercio, il presidente di Confida, Massimo Trapletti, ha lanciato l’allarme per il settore della distribuzione automatica.

Le preoccupazioni del vending riguardano la plastic tax che, secondo Trapletti, rischia di penalizzare le imprese, mettendo a rischio 33 mila posti di lavoro, e di ridurre i consumi delle famiglie. Inoltre, non servirebbe a disincentivare l’uso della plastica ma solo ad aumentare gli introiti dello Stato.

Insieme alla sugar tax, potrebbe avere conseguenze pesanti su tutto il settore della distribuzione alimentare. A pagarne il prezzo saranno gli occupati del settore e il Pil.

Per evitare che abbia effetti negativi sulla filiera produttiva, la plastic tax deve essere corretta e riformulata.

La sugar tax

Valutazioni non dissimili possono essere espresse sulla Sugar Tax, che, se confermata, andrà a colpire con un prelievo di 10 € a ettolitro le bevande dolcificate.

Sebbene sia presentata come strumento per combattere la piaga dell’obesità, non ci sono evidenze circa i benefici per la salute.

Inoltre si applica anche alle bevande zero che, pur avendo un potere dolcificante, non contengono zuccheri aggiunti ma edulcoranti quali aspartame, acesulfame o saccarina. Non apportando zuccheri, le bevande edulcorate evitano i picchi glicemici, eppure la sugar tax si applica anche ad esse!

Questo approccio vanifica l’impegno sottoscritto nel 2015 dal Ministero della Salute in collaborazione con le principali associazioni del settore alimentare per il contenimento degli zuccheri nei prodotti alimentari e nelle bevande che ha portato ad una crescita delle bevande zero del 53%.

Per finire, secondo le stime del Trade Lab/Assobibe, la sugar tax potrebbe produrre una riduzione dei consumi del 10-15%.

Conclusioni

Contro l’ipotesi di una tassa mascherata dietro a nobili obiettivi ambientali ma in realtà destinata al Fisco, è necessario portare all’interno dei distributori automatici il concetto di economia circolare, riutilizzando i materiali per ridurre al massimo gli sprechi.

La soluzione, quindi, è continuare a produrre prodotti monouso ma con maggior accortezza per l’ambiente, aumentando la percentuale di plastica riciclata.