La Direttiva (UE) 904/2019: le conseguenze sul settore della distribuzione automatica e le sue alternative

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Le PMI italiane che producono palette di plastica rischiano di passare da leader europee a semplici rivenditrici di prodotti importati dall’estero, con conseguenze disastrose su tutto il settore della distribuzione automatica.

Infatti, il recepimento della direttiva SUP (904/2019) sulla riduzione della plastica monouso all’interno della Legge di delegazione europea (22 aprile n. 53), che prevede il divieto di immissione nel mercato europeo di alcuni prodotti in plastica (tra cui le palette dei distributori di caffè), rischia di minare il settore della produzione di palette in plastica, tanto che è previsto un taglio dei posti di lavoro fino al 90% (fonte CONFIDA).

Il divieto, che partirà dal 3 luglio, non tiene conto della mancanza di una valida alternativa alle palette di plastica. Il RiVending, cioè il recupero e il riciclo di palette e bicchieri di polistirolo per distributori automatici, potrebbe essere un’alternativa, perché ne consente una produzione sostenibile.

 

RiVending: che cos’è e come funziona

 

La tematica ambientale è ogni giorno sempre più attuale: rifiuti di ogni genere ogni giorno inquinano l’aria, l’acqua e la terra del nostro pianeta. Per questo motivo, sono tantissime le aziende che studiano un modo per ridurre l’impatto che gli esseri umani hanno sull’ambiente, per salvaguardare la vita sulla terra e il pianeta stesso.

A volte per cambiare le case basta modificare di poco le nostre abitudini quotidiane. La pausa caffè non è esente da queste problematiche: per questo è nato il progetto RiVending, che si propone di creare un ciclo chiuso che consenta di recuperare e riciclare tutti gli elementi monouso in plastica che i distributori automatici usano.

Lanciato nel 2019 da Confida, Corepla e eEunionplast, al momento il progetto conta 6.000 installazioni di cestini per la raccolta di bicchieri e palette, distribuiti tra scuole, università, uffici e grandi aziende.

Questi contenitori speciali presentano un foro per i bicchieri e uno per le palette, oltre che tubi attaccati al coperchio per permettere ai bicchieri di impilarsi, uno dentro l’altro. In questo modo, il volume dei bicchieri diminuisce del 150%.

Il sacchetto in cui vengono buttati bicchierini e palette è di un colore diverso rispetto a quelli della raccolta differenziata, così da renderne più semplice l’individuazione. L’impresa che gestisce i rifiuti, dopo averli selezionati, li conferisce a Corepla, che si occupa del riciclo.

 

Il riciclo di bicchieri e palette

 

Grazie ai cestini, dove i consumatori dei distributori automatici sono invitati a buttare palette e bicchieri, è possibile isolare, selezionare e recuperare più facilmente i materiali di cui sono fatti, così il processo di riciclo viene reso più semplice e viene recuperata una plastica di altissima qualità, evitando i costosi e dispersivi passaggi di separazione dalle altre plastiche e di lavaggi industriali spinti.

Il riciclo è possibile in modo sostenibile e relativamente semplice anche perché i bicchierini e palette sono realizzati con polistirolo compatto, che è facilmente lavabile. Questo permette di evitare ogni tipo di contaminazione durante il processo di riciclo della plastica, che viene poi riutilizzata completamente nella produzione di nuovi materiali.

L’obiettivo del progetto è il “cup2cup”, cioè la possibilità di utilizzare la plastica riciclata dai bicchieri per produrne di nuovi.